martedì 10 aprile 2012

Semio-pragmatica

Negli anni '80-90 le teorie semiotiche vengono riviste: nasce la semio-pragmatica, movimento fondato da Casetti e Odin.
-Casetti critica le precedenti teorie di impostazione semiotica:
1.la post-semiotica, che studia le dinamiche interne al testo, in particolare le enunciazioni che danno forma al film e le narrazioni che danno un genere alla storia. Casetti dice che questo approccio è eccessivamente formalista, e rende il film troppo autonomo dal contesto.
2.il cognitivismo (di cui sopra). Per Casetti qui c'è il rischio opposto, cioè quello di elidere totalmente il testo.
Casetti sostiene quindi una terza via, il pragmatismo, in cui testo e contesto si influenzano vicendevolmente.
Nel suo approccio fa uso dei deittici, ovvero indicatori referenti all'enunciatore di un discorso, come i pronomi. Associa l'enunciatore filmico al pronome “Io”, colui a cui il discorso è rivolto al pronome “Te” e il discorso stesso al pronome “Lui”, e basa le sue analisi su tre tipi di ricerca: l'esame dei segnali dell'enunciazione che segnano la presenza dello spettatore; l'esame della posizione dello spettatore, che è determinata dal tipo di inquadratura (oggettiva, soggettiva, irreali); cercare di tracciare la “traiettoria” che lo spettatore compie attraverso il film.
-Odin insiste sul concetto di fictionalization, ovvero il processo in cui lo spettatore si trova coinvolto nella finzione, identificandosi con i personaggi. Ciò avviene in 7 passaggi:
1.figurativizzazione (costruzione di segni audio/video)
2.diegetizzazione (costruzione di un mondo fittizio)
3.narrativizzazione (temporalizzazione degli eventi)
4.dimostrazione (definizione del mondo diegetico come reale o irreale)
5.fiducia (sospensione dell'incredulità)
6.messa-in-fase (il processo per cui tutti gli elementi filmici concorrono ad assorbire lo spettatore nello spettacolo)
7.fictionizzazione

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