domenica 28 aprile 2013

Studio Ghibli

Il castello nel cielo (Tenkū no shiro Rapyuta) (1986) - 3,5/5
Il mio vicino Totoro (Tonari no Totoro) (1988)
Una tomba per le lucciole (Hotaru no Haka) (1988) - 5/5
Kiki's Delivery Service (Majo no takkyūbin) (1989) - 3/5
Only Yesterday (Omohide poro poro) (1991) - 4/5
Porco Rosso (Kurenai no buta) (1992)
Ocean Waves (Umi ga kikoeru) (1993) - 3/5
Pom Poko  (Heisei Tanuki Gassen Pon Poko) (1994) - 3/5
I sospiri del mio cuore (Whisper of the Heart/Mimi wo sumaseba) (1995) - 3,5/5
Princess Mononoke (Mononoke-hime) (1997)
My Neighbors the Yamadas (Hōhokekyo tonari no Yamada-kun) (1999) - 3,5/5
La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi) (2001)
The Cat Returns (Neko no ongaeshi) (2002)
Il castello errante di Howl (Hauru no ugoku shiro) (2004)
I racconti di Terramare (Gedo senki) (2006) - 2/5
Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo) (2008) - 3,5/5
Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento (Karigurashi no Arrietty) (2010) - 3/5
La collina dei papaveri (Kokuriko-zaka kara) (2011)


Lo studio Ghibli è una delle principali case produttrici di film di animazione oggi esistenti, proponenti un modello totalmente alternativo ai canoni dell'animazione occidentale cui Disney e Pixar ci hanno abituati. Data l'importanza di alcuni suoi autori, Hayao Miyazaki e Isao Takahata hanno delle schede personali, in cui sono recensiti eventuali loro film fatti al di fuori dello Studio Ghibli.

-Il castello nel cielo (aka: Laputa - Castello nel cielo)
Giappone 1986 - animazione/fantascienza/fantastico - 124min.

La giovane Sheena precipita da un'aeronave per sfuggire ai pirati del cielo. Una pietra che porta al collo le impedisce magicamente di sfracellarsi. Viene "raccolta" da Pazu, ragazzino assistente di un capo minatore. La mattina dopo Sheena ringrazia Pazu, ma mentre i due stanno per congedarsi appaiono nuovamente i pirati (nonchè l'esercito), intenzionati ad impossessarsi della suddetta pietra. Nella fuga Pazu finirà per trovarsi coinvolto nella vicenda, che ruota attorno ad una civiltà estinta e ad una favolosa isola fluttuante nel cielo, Lapunta, che si narra contenga favolosi tesori e antiche conoscenze. La pietra al collo della ragazzina pare provenire da lì, e ci sono molti interessi in gioco e molte persone intenzionate ad appropriarsene.

Terzo lungometraggio di Miyazaki (dopo Lupin III - Il castello di Cagliostro, 1979, e Nausicaa della Valle del Vento, 1984) e primo dalla fondazione dello Studio Ghibli l'anno precedente da parte del regista e di Isao Takahata. Il film era già uscito in DVD nel nostro paese ma fu ritirato dopo pochi mesi per questioni di diritti. Ora torna distribuito in sala da Lucky Red. Per noi che lo vediamo dopo aver visto i successivi capolavori di Miyazaki acquista forse ancor più valore: nella nettezza del disegno, nellapoesia delle immagini (nessun ricorso a computer graphic in quegli anni), nelle stupende animazioni delle sequenze d'azione, nella magica sceneggiatura (che pesca un po' da qualunque cosa, dal mito di Atlantide alla tradizione shintoista, dal romanzo d'avventura europeo ai J-GDR) si scorgono, già ben delineati, i tratti della poetica di Miyazaki; portando avanti il discorso ecologista iniziato con Nausicaa della Valle del Vento, il regista nipponicoaffronta anche altri temi: la paura della guerra globale, il confronto-scontro tra il singolo e la collettività, inteso anche come sfida impari condotta da pochi eroi giusti contro orde di malvagi molto più potenti (tipica logica da videogioco, peraltro), la purezza dei valori infantili, la ricerca della stupefazione estetica senza ricorrere alla tecnologia informatica (in controtendenza rispetto ai Classici Disney).

La fervida immaginazione di Miyazaki, che ha curato il design di tutti i personaggi e di tutti gli ambienti, è in grado con semplicità e fluidità di mescolare elementi propri delle culture più diverse: ecco che allora il complesso minerario dove vive e lavora Pazu ricalca l'Inghilterra della seconda rivoluzione industriale e degli slums, la fortezza dell'esercito richiama alla mente le fortificazioni medievali adibite a quartier generali nella Germania nazista, e l'isola galleggiante di Laputa alle descrizione platoniche di Atlantide nonchè alla biblica torre di Babele. In questa varietà di scenari si mescolano, come già ne Il castello errante di Howl, tecnologie fantascientifiche e suggestioni fiabesche che rimandano alla mente quelle commistioni di vecchio e nuovo che si sarebbero potute mirare pochi anni dopo nella saga videoludica di Final Fantasy.

Ci si accorge insomma di quanto seminale sia stato il lavoro dello Studio Ghibli nell'immaginario visivo-concettuale nipponico delle arti dell'era digitale. E' un vero piacere potersi gustare (seppur con 26 anni di ritardo) una perla dell'animazione sul grande schermo, con un racconto adatto a tutti ed un disegno più realistico di quello Disney e forse per questo maggiormente indicato per un pubblico adulto. Doveroso infine segnalare la melodica colonna sonora del grande Joe Hisaishi, collaboratore di lungo corso di Kitano. Un'opera consigliata a tutti gli estimatori di Miyazaki.

Voto: 3,5/5

-Una tomba per le lucciole
di Isao Takahata - Giappone 1988 - animazione - 93 min.

Questo bellissimo film non è solo il miglior film d'animazione che abbia visto, ma uno dei più commoventi e poetici film che mi sia capitato di visionare. La scelta di trasporre il romanzo di Akiyuki Nosaka in cartone animato piuttosto che in pellicola con attori in carne ed ossa si rivela vincente, riuscendo a conquistare anche il pubblico occidentale e gli adulti poco avvezzi al cinema di animazione.

Kobe 1945. Sotto i bombardamenti americani Seita e la sua sorellina Setsuke perdono la madre, mentre il padre, capitano di marina, è al fronte a combattere. Senza più una casa, sono ospitati dalla zia, che non nasconde il fastidio provato nel doversi accollare le spese per il loro mantenimento. Abbandonato quindi il tetto domestico, decidono di trasferirsi in un rifugio antibombardamento inutilizzato, e di sopravvivere con i pochi soldi rimasti. Seita deve darsi da fare per procurare cibo per sè e per la sua sorellina, in una lotta quotidiana fra dolore, miseria e incomprensione.

Stilisticamente il film è ottimo, e pur avendo ormai i suoi anni non ha nulla da invidiare agli enormemente più costosi cartoni della Disney ed ai moderni film di animazione che integrano effetti speciali computerizzati. La sua bellezza sta nella purezza del disegno, nella delicatezza e semplicità della rappresentazione, nella pudicizia con cui viene mostrato l'orrore della guerra nella dimensione del vivere civile al posto di quello militare. Il film ruota tutto attorno ai due fratelli, figure cui è impossibile non affezionarsi, sia per la purezza e l'innocenza rappresentate da Setsuke, sia per gli sforzi intrapresi da Seita per sfamare lei e sé stesso, che lo mettono a confronto con altre realtà di dolore ma anche di egoismo e incomprensione.
Il film dice quello che deve non con tono polemico e provocatorio, ma anzi dimesso e pacato, con una storia che fa piangere e che induce alla riflessione.
Molte le sequenze memorabili e commoventi: le sequenze iniziali e finali, i due fratelli sulla spiaggia, la visita di Seita alla madre in ospedale, e altre ancora. La colonna sonora, intensa e struggente, entra sempre al momento giusto, per accompagnare i momenti salienti del film.
In conclusione un capolavoro assoluto del cinema per estetica e contenuti, una visione imprescindibile.

Voto: 5/5

-Kiki consegne a domicilio
Giappone 1989 - animazione/fabesco -  102min.

Raggiunta l'età di 13 anni, la giovane strega Kiki deve allontanarsi dalla casa dei genitori. A bordo di una scopa volante ed in compagnia del gatto nero Jiji, raggiunge una graziosa cittadina dalle architetture europee, e vi si stabilisce in cerca di lavoro. Una serie di circostanze la porteranno a fare le consegne a dmoicilio per contro di una panetteria.

Una dolce fiaba di formazione, che racconta in modi adatti ai più piccoli il passaggio dall'infanzia alla maturità, connotata dall'assunzione di responsabilità, dalla gestione dei rapporti umani - sociali e lavorativi - dall'etica del lavoro e quella del sacrificio. I toni sono ben più fiabeschi dei film degli esordi, in linea con il precedente Totoro: abbandonata la fantascienza ed i toni epico-guerreschi Miyazaki si concentra sulla descrizione più che sulla narrazione: un disegno ancor più perfezionato ci regala splendidi scorci architettonici (il riferimento prevalente per i disegni della cittadina è stata la cittadina svedese di Visby, capoluogo dell'isola di Gotland) e dettagliati modelli umani. Lo straordinario lavoro luministico dà il meglio di sè nella rappresentazione dei cambi di tempo atmosferico, con piogge improvvise e nuvolaglia da cui filtra la luce alternate ai splendidi pomeriggi assolati. Il commento musicale di Joe Hisaishi fa ricorso a due azzeccate canzoni, in apertura e chiusura del film, e a gradevoli musiche di accompagnamento. Tenerissimi i personaggi animali, specie il vecchio cane.
Peccato per il finale brusco che fa venire il sospetto di un esaurimento di fondi. La mancanza di interessanti sviluppi narrativi potrebbe inoltre scoraggiare la visione da parte di alcuni spettatori di giovane età, specie se abituati alle narrazioni  più frenetiche dell'animazione occidentale.

Voto: 3/5

-Only Yesterday
Giappone 1991 - animazione/commedia - 118min.

1982. A Tokyo, Taeko è una ventisettenne single che per lavorare rinuncia a costruirsi una famiglia. Durante la pausa estiva va a trovare degli amici in campagna (la famiglia del cognato, marito di una delle sue sorelle maggiori), proprietari di una fattoria biologica dove si fabbrica una tintura ricavata dal cardamo. Questo viaggio porterà Taeko ad immeresi nei propri ricordi di decenne, riaffrontare nodi complessi del proprio carattere e della propria esistenza attraverso episodi infantili apparentemente insignficanti, ridiscutere il proprio ruolo nel mondo ed i propri sentimenti, per ripartire riappacficata con il proprio passato.

Uno scavo nell'intimità psicologica di una giovane donna nel Giappone degli anni '80 non è un soggetto che si riterrebbe facilmente rappresentabile in un film d'animazione. Il maestro Takahata è riuscito a realizzare qualcosa di unico nella storia del disegno animato: con il suo classico stile iperrealistico dà corpo ad una narrazione che è radicata nella realtà del Giappone odierno, con tutti i suoi problemi dicotomici - ecologici (distruzione dell'ambiente vs agricoltura biologica e rapporto simbiotico tra uomo e terra) antropologici (vita stressante nell'alienante grigiore urbano vs vita rilassata  immersa nella natura) psicologici (desiderio vs senso del dovere) e sociologici (graniticità del sistema famigliare patriarcale vs dinamicità della vita autonoma del singolo) - e si sviluppa tramite il continuo accostamento della vita adulta con quella infantile, che nelle sue dinamiche quotidiane di piccole-grandi emozioni ed esperienze permette quell'im-mediatezza del vivere e del comportarsi che va pian piano ingabbiandosi nelle regole a volte opprimenti della vita adulta.
Ciò porta ad una scissione dell'individuo, che vive due esistenze: quella di bambino e quella di adulto, con la prima relegata a nostalgico ricordo nella seconda, quando non del tutto rimossa  abiurata. Il tentativo di conciliare la prima con la seconda e quindi di auto-definirsi è lo scopo della protagonista, in cerca della propria identità.
Il livello stilistico del film è eccellente come al solito, specie per quanto riguarda l'uso della luce negli ambienti naturali: colori e visioni tanto belle che non sarebbe stato possibile ottenere con un film in live action.
Come per Una tomba per le lucciole, si tratta di un film statico, in cui poco succede a livello narrativo, e sebbene i flashback vedano protagonisti dei bambini, le tematiche trattate ed il ritmo blando lo rendono un film più adatto ad un pubblico adulto. Qualche perplessità sull'inconsueta colonna sonora, che mescola musiche originali a stornelli napoletani e cori ungheresi.

Voto: 4/5

-Ocean Waves
di Tomomi Mochizuki - Giappone 1993 - animazione - 72min.

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Saeko Himuro: vita sentimentale di due ragazzi, compagni di scuola a Kōchi, cittadina sul mare, entrambi invaghitisi di una nuova studentessa proveniente da Tokyo, che vive in modo problematico la separazione dei genitori.

Il solito tono delicato, il solito lavoro di sottrazione in cui il non detto conta più del detto, il lavoro straordinario sulla psicologia dei personaggi, i cui sentimenti celati si intravedono da gesti e comportamenti. Le incomprensioni, le paure, le ansie dell'innamoramento ed il suo perdurare negli anni giovanili - accompagnate dalla nostalgia per quell'età della vita in cui tutte le emozioni sono così sincere, scevre da filtri eppure vissute intimamente più che sbandierate, con quel pudore tipicamente giapponese - sono i connotati di questo film breve realizzato per la tv, in cui il regista Mochizuki può permettersi di affrontare un tema di solito non preponderante nei film dello Studio (l'amore adolescenziale) concendendosi pure qualche riferimento alle mestruazioni e ai seni femminili.
Lo stile iperrealistico proprio dell'animazione Ghibli è quantomai indicato per questo racconto di formazione che oppone la ridente cittadina marittima ai grattacieli della capitale, la tranquillità della vita di una piccola città ai problemi relazionali tipici del caos metropolitano.

Voto: 3/5

-Pom Poko
Giappone 1994 - animazione/fantastico/drammatico -  114min.

Tratto dal racconto Futago no hoshi di Kenji Miyazawa: la collina di Tama, nei pressi di Tokyo, dev'essere disboscata per farne un quartiere abitativo. I tanuki (animaletti simili a procioni appartenenti al folklore nipponico), creature dotate di poteri magici ed abitanti dei boschi, tentano in tutti i modi di opporvisi.

Pom Poko è l'onomatopea con cui si indica il rumore prodotto dal tamburellare dei tanuki sul proprio stomaco o i propri testicoli gonfiabili. Questi animali fanno parte delle tradizioni folklorisitche del giappone da millenni, perciò le derive fantastiche di cui il film è colmo attingono a piene mani dalla tradizione favolistica locale, e non dalla pura invenzione dell'autore. Takahata, avvezzo al cinema d'animazione di stampo realistico, si lascia andare in questo film ad episodi propriamente fantastici (come la processione degli spiriti che invadono la città, un momento assolutamente strabiliante dell'animazione tutta) pur mantenendosi in un ambito quantomai concreto di denuncia dei danni ambientali operati da una speculazione edilizia senza controllo che cola cemento sul retaggio storico-culturale di un popolo oltre che su un habitat naturale. Un soggetto ed uno svolgimento che lo rendono un film d'animazione unico anche all'interno dello Studio Ghibli, per certi versi un film per adulti (i tanuki provocano la morte degli operai per tentare di dissuadere i capi cantiere a continuare i lavori), con uno dei finali più sconsolanti della storia del cinema.
Per certi versi però risulta meno fruibile di alri film dello studio, specie per un pubblico occidentale: i numerosi riferimenti alla cultura popolare nipponica non possono essere afferrati nella loro totalità; la lunga durata mette in alcuni casi alla prova la pazienza dello spettatore; la fusione fra realistico e fantastico può a volte cozzare e non sembrare ben amalgamata (per esempio l'esigenza di dover disegnare i tanuki in due modi diversi, uno realistico ed uno fantastico in cui sono più simili ad orsi che a canidi).

Voto: 3/5

-I sospiri del mio cuore
regia di Yoshifumi Kondō - Giappone 1995 - animazione/sentimentale - 111min.

Nel 1994 Shizuku, studentessa della scuola media, affronta i primi turbamenti amorosi: deve rifiutare le avances di un amico (anche per non fare un torto ad una sua amica, innamorata di lui), mentre fantastica di un ragazzo di cui legge sempre il nome nelle schede di prenotazione dei libri della biblioteca. Quando lo incontra davvero, tra i due sboccerà la scintilla, ma il ragazzo deve partire per l'Italia...

Sceneggiato da Hayao Miyazaki ma diretto da Yoshifumi Kondō, è una soave storia d'amore adolescenziale lievemente contaminata dal fiabesco, in cui i sentimenti sono tutt'altro che semplici cotte adolescenziali:  personaggi vivono le loro passioni in modo autentico ed intenso, ma con la solita riservatezza e pudicizia del costume giapponese. Nel ritratto d'ambiente della tipica città giapponese spiccano archietture e figure marginali, come il negozio di artigianato, il gatto ciccione, i saliscendi collinari. Tutto è concreto eppure reso magico dall'impressionante lavoro di illuminazione, marchio di fabbrica dello stile Ghibli. Il finale può apparire forzato nel suggell odel sentimento che lega i due protagonisti, ma è arte della poetica dello studio e di Miyazaki, da sempre volenterso di rappresentare le emozioni più positive, i sentimenti più autentici, i risvolti più armoniosi dell'esistenza.
La gradevole colonna sonora poggia sul tema ri-arrangiato (e con testo diverso) di Take Me Home, Cuntry Roads, successo country di John Denver del 1971.

Voto: 3,5/5

-My Neighbors the Yamadas
Giappone 1999 - animazione/commedia/comico/episodi - 111min.

Primo film realizzato totalmente in digitale dallo Studio Ghibli (con colorazione computerizzata, eccezionale), tratto dal manga Nono-chan di Hisaichi Ishii. Vita della famiglia Yamada (padre, madre, nonna, figlio studente, figlia ancora bambina, cane) nelle cui avventure e disavventure si ha una sineddoche degli altti e bassi della vita. Composto a strisce, ognuna introdotta da un titolo e conclusa da haiku (componimenti poetici di tre versi, tipici della cultura nipponica) famosi. si analizzano i rapporti marito-moglie, genitori-figli, le difficoltà di tutti i giorni nel conciliare affetti famigliari e routine lavorativa, con un senso di racconto universale che forse solo i Peanuts di Schulz sono stati in grado di conferire all'arte del disegno. La cultura zen, il senso estetico giapponese e la loro passione per la perfezione del gesto (evidente nella cerimonia della preparazione del tè) è evidente in questo film, dove si parte dai più minuti e banali particolari quotidiani per trasmettere verità universali sulla gioiadella condivisione, l'importanza dei sentimenti, il piacere delle piccole gioie della vita.
Discostandosi dall'estetica canonica dello Studio Ghibli, Takahata confeziona un prodotto che vuol riprodurre anche nella forma la semplicità dei contenuti proposti; ciò non toglie che il risultato visivo finale sia straordinario, specie nel delicato ricorso ad effetti speciali come l'illuminazione dei fari nella notte nell'episodio dei motociclisti.
Un film che dovrebbe essere studiato in qualunque scuola di animazione, e che dovrebbe essere visto da qualunque appassionato di cinema.
Potabile qualcuno degli epsodi più brevi.

Voto: 4/5

-I racconti di Terramare
(ゲド戦記 Gedo senki) di Goro Miyazaki - Giappone 2006 - animazione/fantastico - 115min.

Liberamente tratto dal quarto e quinto episodio del ciclo fantasy "Earthsea", della scrittrice americana Ursula K. Le Guin.

il principe parricida e schizofrenico Arren fugge dal castello dopo aver compiuto il delitto e viene soccorso dal mago Sparviere mentre è attorniato da un branco di lupi. Arren si mette in cammino con il mago, il quale non gli rivela quale sia l'oggetto del suo viaggio. Arrivati in una città costiera, Arren soccorre una ragazzina braccata dagli schiavisti, al soldo di un potente mago che governa la regione, Aracne, megalomane con intenti tutt'altro che nobili. Sparviere vuol mettere fine al suo diabolico piano di distruzione, ma viene intrappolato. Tocca ad Arren ed alla ragazzina, Therru, risolvere il pasticcio.

Figlio di Hayao, Goro Miyazaki ha esordito nel cinema e nell'animazione con questo film, dopo aver fatto tutt'altro nella sua vita. La scelta del materiale narrativo è stata quantomeno dubbia, dato che la storia è oltremodo lacunosa e difficile da seguire, senza contare che alcuni dettagli rimangono inintelligibili per chi non abbia letto i libri (tipo me). Il disegno è molto semplice, con effetti computerizzati ridotti al minimo, e particolarmente ispirati nelle rappresentazioni paesaggistiche, a comporre scorci talvolta stupefacenti. Purtroppo il film non è molto coinvolgente data la scarsa comprensibilità, tuttavia la narrazione è canonica e prevedibile. Purtroppo, a parte i bei disegni, il film non trasmette alcuna emozione.
Evitabile.

Voto: 2/5

-Ponyo sulla scogliera
Giappone 2008 - animazione/fiabesco -  103min.

Ponyo, pesce con volto di bambina, sffugge al controllo di una specie di stregone degli abissi, ansiosa di esplorare la terraferma. Salvata dal bambino Sōsuke che la raccatta su una spiaggia, tra i due si instaura un forte legame. Ponyo vuole diventare umana per restare accanto a Sōsuke, ma ciò scatena le ire paterne (che ha anche qualche ragione: le azioni di Ponyo possono provocare grandi stravolgimenti ambientali) che chiederà aiuto a sua moglie, una sorta di dea del mare, per sistemare le cose. Intanto a causa di Ponyo si scatena un gigantesco tsunami che sommerge buona parte della costa...

Rivisitando la fiaba di Andersen, almeno nelle sue premesse, Miyazaki dirige una fiaba di sano impianto ecologista e sentimentale, in cui affiorano i suoi temi abituali con una levità più candida del solito, confezionando forse il suo film più adatto ai piccini (assieme a Totoro), poichè loro ne sono  gli assoluti protagonisti. Grande spazio all'acqua, che i disegnator dello Studio Ghbli mostrando di saper riprodurre in modo efficace senza ricorrere all'animazione computerizzata: basti vedere la splendida, psichedelica sequenza iniziale sottomarina. Gli tsunami sono un flagello per il Giappone: essere riusciti a rendere un fenomeno tanto spaventoso un elemento chiave della storia e portatore di vita anzichè di distruzione è stato un colpo da maestro. Vedendolo prima, si notano le influenze sul successivo La collina dei papaveri, diretto da Miyazaki Junior.

Voto: 3,5/5

-Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento
regia di Hiromasa Yonebayashi - Giappone 2010 - animazione/fiabesco - 94min.

Sho è un ragazzo malato di cuore che va a passare un periodo di temp opreparatorio ad un'operazioen chirugica in una villa di famiglia in campagna, accudito da una domestica. Qui scopre che una famiglia di gnomi (che sono diversi dalla cultura europea, essendo in tutto uguali agli umani, solo di dimensioni lillipuziane) abita sotto il basamento della casa stessa. In particolare fa la conoscenza di Arrietty, ragazzina adolescente che aiuta i genitori nelle loro attività di "prendimprestito", ovvero di procacciamento di risorse eccedenti nelle case degli umani.

Esordio alla regia dell'animatore Yonebayashi, da un decennio al lavoro sui precedenti film di Miyazaki per lo Studio Ghibli. Una fiaba rispettosa dell ostile del maestro, con una protagonista ancora una volta femminile, alle prese con una amturazione sia sentimentale che di responsabilità: per la prima votla accomapgna il padre nel procacciamento di cibo, poco dopo fa al conoscenza di Sho di cui si innamora, poi è costretta ad abbandonare il lugo natìo per trovare un nuovo psoto dove vivere. L'amore impossibile è quello che tocca di più i cuori degli spettatori, e questo film non fa eccezione. Lo straneamento prodotto dal cambiamento di proporzioni di comuni oggetti casalinghi trasforma il luogo umano in un mondo fantastico in cui una casa è una metropoli ed un giardino è un universo sconfinato. In questo microcosmo di villetta con giardino le storie comuni e banali di gente normale e piccola assume connotati meravigliosi e trasforma ogni frammento di mondo in una scoperta continua.
Forse meno originale di altri film dello Studio perchè, da Alice Nel Paese Delle Meraviglie ai Puffi, dalle mitologie nordiche di nani e folletti ai Viaggi Di Gulliver, la nostra cultura abbonda già di queste contrapposizioni tra piccolo e grande. Da non perdere comuqnue anche per la colonna sonora in stile celtico della musicista francese Cécile Corbel, co ncanzone finale cantata in varie lingue tra cui l'italiano nell'edizione nostrana del film.

Voto: 3/5

Elenco Film (ordine alfabetico)

Elenco registi - cercate velocemente con Cntrl-F o Cmd-F